Sono stati ritirati dal commercio alcuni integratori a base di curcuma, perché collegati a casi di epatite. Questa pianta però è sicura, confermano gli esperti di fitoterapia.
Che cosa è l’epatite colestatica
È una seria malattia del fegato che può essere provocata da vari virus o da alcune sostanze, come cibi o farmaci. Il tipo colestatico è associato alla stasi biliare, cioè la bile non defluisce normalmente e, di conseguenza, provoca prurito intenso, ittero persistente (cioè la pelle tendente al giallo) e altri disturbi più seri.
Perché sono stati ritirati gli integratori
La curcuma può essere utilizzata in cucina per insaporire carne, pesce o verdura. Addirittura si può aggiungere all’acqua della pasta per renderla più colorata e, quindi, accattivante per i bambini. Questa spezia, però, viene usata anche negli integratori alimentari e, come per ogni altro prodotto naturale, è importante la sua provenienza. L’Istituto superiore di sanità ha segnalato che alcuni casi di epatite colestatica sono stati associati al consumo di alcuni integratori, elencati sul sito del Ministero della Salute.
La pianta proveniva dall’estero
L’azienda produttrice li ha subito ritirati dal commercio in maniera precauzionale. Non è chiaro quello che sia successo, perché la curcuma di per sé non può provocare malattie al fegato, forse però quella usata nei prodotti ritirati proveniva dall’estero e conteneva metalli pesanti, presenti nel terreno dove è stata coltivata.
Gli esperti rassicurano
“È una spezia praticamente priva di effetti collaterali, soprattutto se si usa la radice fresca” spiega Ciro Vestita, fitoterapeuta e nutrizionista dell’università di Pisa. Per avere degli effetti collaterali si dovrebbe abusarne. “Per farlo bisognerebbe usare la curcuma in ogni alimento e, anche in questo caso, potrebbe provocare gastrite, nausea, vomito. Non certo l’epatite” conclude Vestita.
Fonte: SilhouetteDonna.it
https://www.silhouettedonna.it/viversaniebelli/la-curcuma-fa-venire-lepatite-84238/
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